Esistono 5 classi di
allievi (kyu) e 10
gradi di esperti (dan).
Il principiante è non classificato e poi passa dalla 5a
classe (kyu) alla 1a.Questa
divisione avrebbe dovuto servire a suddividere gli allievi secondo un
programma gradi/età, ma si è rivelata poco pratica perché i DOJO non
avevano la struttura per separare i praticanti come in una scuola. In
Europa, Mikonosuke Kaiwashi, per ragioni pedagogiche proprie
agli allievi occidentali, ma principalmente per dare un riconoscimento
al praticante, creò il sistema delle cinture di colore diverso per
ogni kyu (bianca,
gialla, arancione, verde, blu e marrone). Il sistema nipponico usa
solo in teoria le classi di allievi e solo due colori di cintura:
bianca per non classificato, 5° e 4°
kyu, marrone per le
successive; il significato è che chi porta la cintura bianca va
trattato con grande responsabilità (per esempio senza attaccarlo con
tecniche irruenti perché presumibilmente non ha padroneggiato le
ukemi al punto di
sentirsi sicuro). Per i ragazzi il riconoscimento attraverso le
cinture colorate può avere un valore educativo; per gli adulti è
discutibile. Nel sistema giapponese, la suddivisione con due colori di
cintura ha uno scopo puramente pratico relativo all’abilità nelle
ukemi, e di conseguenza
al grado di responsabilità con cui possono essere proiettati. Gli
esperti di JUDO, dal 1° al 10° dan portano indistintamente la cintura
nera. Nell’idea del Fondatore dal 1° al 5° dan l’evoluzione judoistica
prevede un potenziamento dell’ego e la personalizzazione della
tecnica, alla ricerca della massima efficacia. |
Dal 6° al 1° dan la
personalità judoistica si affievolisce e il praticante si avvicina
sempre di più all’universalizzazione della tecnica (significa che fino
al 5° dan l’esperto pratica i suoi “speciali”, successivamente ricerca
la forma pura della tecnica). In Europa (ma anche in Giappone) il
sistema è fallito perché alcune Cinture Nere proseguivano l’evoluzione
prevista, mentre altre si dedicavano troppo presto all’insegnamento;
inoltre l’arrogato potere delle Federazioni ad amministrare questi
gradi, ha portato ad un ventaglio di possibilità: gradi agonistici,
politici, arbitrali, onorari... Essendo stata considerata la
probabilità che gli esperti di JUDO invecchino e quindi non siano più
in grado di competere efficacemente, pur restando esemplari
nell’esecuzione della tecnica, dal 6° dan è prevista una cintura di
cerimonia: bianca e rossa per 6°, 7° e 8° dan, rossa per i successivi.
Essa ha il significato di chiedere particolare rispetto per chi la
indossa. Al fondatore, Jigoro Kano, non si è mai dati un grado,
detenendo il titolo di Shihan,
ma nel periodo in cui il JUDO cominciava a diffondersi all’estero, in
giappone si ritenne che gli stranieri avrebbero meglio capito la sua
importanza se gli fosse stato attribuito un grado di distinzione;
così, dopo la morte, Jigoro Kano, divenne 12° dan
l’undicesimo rimase vuoto a rimarcare l’incolmabile abisso che lo
separa dagli altri praticanti. Per esprimere la sua condizione di
non classificato Kano portava sovente la cintura bianca, ma più
alta di quella usuale, come era in uso nel
jujitsu. Portava anche
la cintura nera, e negli ultimi tempi si esibiva spesso in abito da
cerimonia (AORI). |